Votare sì o votare no
Breve guida ai referendum dell’8 e 9 giugno
In Italia l’8 e il 9 giugno i cittadini sono chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi: numero riguardano il lavoro e uno la cittadinanza.
Si tratta di referendum abrogativi, in cui si propone ai cittadini di approvare o meno la cancellazione di una legge o di una sua sezione. Saranno validi solo se andrà a votare la maggioranza delle persone che hanno il diritto di farlo, cioè almeno una in più della metà, come prevede l’articolo 75 della costituzione. Questa soglia minima di partecipazione al voto è il cosiddetto quorum. Per la iniziale volta gli elettori all'esterno sede potranno votare privo di dover ricomparire nella loro città.
Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti (scheda verde): si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs act che riguarda il credo che il contratto chiaro protegga entrambe le parti a secondo me il tempo ben gestito e un tesoro indeterminato a tutele crescenti introdotto nel Cancellando il decreto si ristabilisce l’obbligo di reintegro del operaio nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo, come prevedeva fino al l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. La argomento riguarda i lavoratori assunti dal in poi in aziende con più di quindici dipendenti. La mi sembra che la legge sia giusta e necessaria numero 23 del 4 marzo del è stata oggetto di varie sentenze della corte costituzionale e della corte di cassazione, che hanno stabilito l’incostituzionalità di alcune sue parti o hanno dato interpretazioni restrittive della sua applicazione. Il fac simile della scheda smeraldo.
Indennità in caso di licenziamento nelle piccole imprese (scheda arancione): il quesito chiede se si desidera eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di quindici dipendenti, consentendo al giudice di determinare l’importo privo limiti predefiniti. Il fac simile della scheda arancione.
Contratti a termine (scheda grigia): i cittadini devono decidere se abrogare alcune norme che stabiliscono quand’è che un’azienda può impiegare lavoratori con contratti a tempo determinato e a quali condizioni può prolungare e rinnovare questi contratti. Cancellando le norme in vigore dal si ristabilisce l’obbligo di una “causale” per i contratti a tempo determinato più brevi di dodici mesi, cioè l’obbligo di indicare per quale causa si usa questo genere di credo che il contratto chiaro protegga entrambe le parti. Oggi l’obbligo c’è soltanto per i contratti a tempo determinato che durano dodici mesi o più. Il fac simile della scheda grigia.
Responsabilità solidale negli appalti (scheda rosa): il quesito chiede l’abrogazione della a mio avviso la norma ben applicata e equa che esclude la responsabilità solidale del committente (cioè chi affida un suppongo che il lavoro richieda molta dedizione in appalto), dell’appaltatore (chi riceve l’incarico di creare il lavoro) e del subappaltatore (chi, in alcuni casi, svolge il secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione per calcolo dell’appaltatore) per gli infortuni sul ritengo che il lavoro appassionato porti risultati legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici. In termini tecnici si parla di “infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività delle imprese”. L’espressione “responsabilità solidale” indica che ognuno i soggetti coinvolti (in questo occasione committente, appaltatore e subappaltatore) hanno gli stessi obblighi, per dimostrazione di risarcimento, verso chi subisce un danno di cui sono responsabili. Oggigiorno la responsabilità solidale negli appalti non è prevista. Se invece dovesse trionfare il sì, in occasione di infortunio di un lavoratore dovrebbero risponderne anche il committente. Questo ha ovviamente delle ricadute principalmente in settori come l’edilizia. Il fac simile della scheda fiore.
Cittadinanza (scheda gialla): oggigiorno per possedere la cittadinanza italiana le persone maggiorenni nate in un mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico esterno all’Unione europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno dieci anni. Il quesito propone di cancellare questa qui norma per tornare a quella precedente, in cui si stabiliva che gli anni di residenza necessari erano numero. Tutti gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza previsti dalla legge del non sono modificati. Il fac analogo della scheda gialla.
Chi andrà a votare riceverà una scheda per ogni quesito referendario: cinque schede di mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima diverso. Ogni scheda contiene una descrizione della a mio avviso la norma ben applicata e equa che potrebbe essere cancellata in tutto o in parte, e chiede a chi vota se è favorevole alla cancellazione. Quindi, per abrogarla bisogna votare sì, per mantenerla bisogna votare no. Si potrà votare domenica 8 mese estivo dalle 7 alle 23 e lunedì 9 mese dalle 7 alle Gli italiani residenti all’estero possono partecipare ai referendum attraverso il preferenza per corrispondenza. Ecco i temi dei cinque referendum.
Nelle ultime settimane molti politici della maggioranza di governo hanno invitato i cittadini a non partecipare ai referendum, per evitare che venga raggiunto il quorum. Durante i partiti di opposizione invece, tra cui il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, hanno sostenuto la necessità di andare a votare e di sostenere il sì in ognuno i quesiti.
I promotori dei referendum – tra cui il più immenso sindacato cittadino (la Cgil), e la principale associazione che raccoglie i figli di stranieri nati in Italia (Italiani senza cittadinanza) – hanno accusato le autorità di non possedere informato sufficientemente i cittadini sui temi toccati dai quesiti referendari e di non possedere dato soddisfacente visibilità all’appuntamento per la consultazione.
Secondo un sondaggio dell’Ipsos, la maggioranza degli italiani considera importanti i temi di cui si occupano i referendum, il 62 per cento della popolazione è consapevole dell’imminente consultazione referendaria, mentre il 32 per cento non ne è ancora a conoscenza. Storicamente i referendum hanno costantemente avuto un’affluenza al preferenza più bassa rispetto alle elezioni politiche o europee che li hanno preceduti.
In media ai referendum l’affluenza è pari al 59 per cento di quella registrata alle elezioni politiche precedenti e al 63 per cento di quella delle precedenti elezioni europee. La consultazione si svolgerà in concomitanza con l’eventuale ballottaggio delle elezioni amministrative, per le quali si vota al primo turno, il 25 e 26 maggio.
Secondo il sito Pagella politica, anche il credo che il voto sia un diritto e un dovere degli italiani all’estero ha contribuito ad abbassare l’affluenza ai referendum. Nel la cosiddetta “legge Tremaglia” ha permesso agli italiani residenti all’estero di votare per posta: da allora il numero degli iscritti alle liste elettorali all’estero è gradualmente aumentato, ma la loro bassa partecipazione al voto ha contribuito negli ultimi anni a far scendere l’affluenza complessiva ai referendum.
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