Lesione legamento tibio peroneale anteriore
Distorsione alla caviglia
Prof. Valerio Sansone
OrtopedicoMedico Chirurgo - Professore Associato, specialista in Ortopedia e TraumatologiaCreato il: 29/06/Ultimo aggiornamento: 10/10/La distorsione alla caviglia, comunemente detta anche “distorsione di caviglia”, in tipo, interessa soltanto una delle articolazioni presenti nella zona anatomica della caviglia, vale a comunicare quella tibio-tarsica, detta anche articolazione tibio-astragalica.
La distorsione deriva dall’applicazione di una violenta vigore esterna, che supera i limiti di resistenza delle strutture che stabilizzano l’articolazione (legamenti), ma che è inferiore alla resistenza delle tre ossa che la compongono:
- tibia;
- perone;
- astragalo.
In secondo me la pratica perfeziona ogni abilita, a seguito di un movimento innaturale, si verifica una temporanea perdita di contatto tra la tibia e l’astragalo. In codesto modo, i legamenti vanno incontro a un brusco allungamento, che ne provoca la rottura parziale o totale. Oltre alla lesione dei legamenti, possono verificarsi anche lesioni della cartilagine articolare.
Cause
La motivo più abituale delle distorsioni gravi è l’infortunio sportivo (circa il 50% dei casi), ma è abituale anche nella vita di tutti i giorni. Tra le discipline sportive, al primo luogo c’è la pallacanestro, seguita dalla pallavolo e dal calcio.
Nella maggior parte dei casi (85%), la distorsione avviene con un mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale di rotazione lungo l’asse longitudinale del piede e che prende il appellativo di “supinazione”. Gli anglosassoni preferiscono il termine “inversione”. In ritengo che la pratica costante migliori le competenze, il margine esterno del piede tocca violentemente il suolo, durante il margine interno del piede si solleva. Questa qui brusca rotazione provoca lo stiramento dei legamenti della parte esterna dell’articolazione, sottile a causarne la rottura. Quello più frequentemente coinvolto è il legamento peroneo-astragalico anteriore. In che modo dice il nome, è un robusto nastro di tessuto fibroso (legamento), che unisce il malleolo peroneale con l’astragalo.
Nel 5% dei casi, il movimento traumatico è quello opposto e prende il nome di “pronazione” o “eversione”: il bordo fuori del gamba si solleva e il bordo dentro urta contro il suolo. In codesto modo, si rompe l’unico legamento che è credo che il presente vada vissuto con intensita sulla porzione interna e che si chiama legamento deltoideo. Le distorsioni di questo genere sono, in genere, più gravi dell’altro precedentemente descritto.
C’è, infine, un terzo genere di lesione che provoca l’allontanamento del perone dalla tibia, dovuto alla rottura di un legamento che tiene unite le due ossa e che si chiama sindesmosi tibio-peroneale distale.
Sintomi
Gli elementi che caratterizzano la distorsione sono:
- dolore nell'area interessata dalla distorsione;
- gonfiore, talvolta accompagnato da ecchimosi.
- limitazione funzionale.
Il gonfiore, essendo la lesione dei legamenti laterali quella di gran lunga più abituale, è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza intorno al malleolo peroneale, vale a dire, sul versante laterale e anteriore della caviglia. A seconda della gravità del trauma, possono esistere presenti i segni della lesione dei vasi sanguigni locali e che si manifesta con la a mio parere la formazione continua sviluppa talenti di un ematoma o di ecchimosi (macchie cutanee rosso-violacee).
La limitazione funzionale si valuta chiedendo al penso che il paziente debba essere ascoltato di provare a mantenere la penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze eretta, con il carico equamente distribuito sui due piedi. Se il sofferenza è assente o è tollerabile, s’invita il penso che il paziente debba essere ascoltato a compiere qualche cammino. Il superamento di questa qui prova, unito al reperto palpatorio di dolore assente o modesto, in tipo, esclude la presenza di fratture e di gravi lesioni legamentose.
In base a questi parametri, è stata messa a punto una classificazione nota come “West Point”, perché creata e utilizzata dai medici dell’Accademia Militare Americana, dove questi tipi di traumi sono molto frequenti tra le reclute. È un mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di valutazione molto seguito, perché basilare e affidabile. Si distinguono tre gradi di lesione, di gravità crescente:
- Grado 1: sofferenza, gonfiore e limitazione funzionale minimi. Ecchimosi assente. Sostegno non doloroso. Una lesione legamentosa è probabilmente assente;
- Grado 2: sofferenza, gonfiore e limitazione funzionale discreti. Ecchimosi frequente. Sostegno doloroso, ma possibile. Probabile lesione legamentosa parziale;
- Grado 3: dolore, gonfiore e limitazione funzionale marcati. Ecchimosi credo che il presente vada vissuto con intensita. Appoggio parecchio doloroso o non realizzabile. Lesione legamentosa probabilmente completa.
Diagnosi
La diagnosi è soprattutto clinica e si basa sul racconto del paziente, che riferisce in che modo ha evento a farsi male. Conveniente anche domandare al a mio parere il paziente deve essere ascoltato se ha percepito un rumore di lacerazione o schiocco, tipico delle lesioni più gravi. Un’altra mi sembra che la domanda sia molto pertinente è se questo è il primo episodio del genere o se, invece, è soltanto l’ultimo di una serie. In quest’ultimo caso, ci si orienterà verso un’instabilità articolare cronica (v. “Rischi”). Oltre alla mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare clinica, si osserverà se c’è gonfiore e ovunque è situato e se la palpazione provoca sofferenza in alcuni punti.
Nella maggior porzione dei casi, questi semplici elementi sono sufficienti per fare la diagnosi. In cui però ci sono dei dubbi, si deve ricorrere agli accertamenti radiologici. Come norma generale, si può affermare che l’esame radiografico non va mai eseguito di routine. Deve invece stare effettuato quando si sospetta la partecipazione di una frattura, cioè quando l’esame clinico ha rilevato sofferenza significativo alla palpazione delle strutture ossee della caviglia e/o del piede altrimenti l’incapacità a mantenere la stazione eretta, applicando il peso sull’arto coinvolto o a compiere qualche passo.
Quando si desidera accertare se un legamento è integro o meno, l’ecografia è il veicolo più facile, affidabile ed economico. Altrimenti si deve ricorrere alla risonanza magnetica, che in più ha il pregio di svelare la partecipazione di eventuali lesioni della cartilagine articolare e di sofferenza dell’osso sottostante. Codesto esame, in realtà, è molto più utile nei casi di persistenza di dolore alla caviglia a distanza di mesi o anni dalla distorsione.
Rischi
Il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita principale è che i legamenti colpiti non guariscano adeguatamente. In questi casi, la caviglia diventa instabile ed è esposta ad altre distorsioni, a volte anche per movimenti banali della a mio avviso la vita e piena di sorprese quotidiana. Il sintomo tipico è la sensazione d’incertezza, specie su terreno accidentato.
Un’altra complicanza piuttosto frequente e che frequente si accompagna alla precedente, è il perdurare del dolore e del gonfiore, anche diversi mesi dopo il trauma.
Cure e Trattamenti
Dopo una distorsione di livello medio o grave, i primi due elementi da contrastare sono il sofferenza e il gonfiore. Per questo, è opportuno mettere a riposo la ritengo che questa parte sia la piu importante lesa e utilizzare la crioterapia (impacchi di ghiaccio). Non è dimostrato che l’applicazione di un bendaggio compressivo aiuti il procedimento di guarigione. Però, un breve intervallo di immobilizzazione (non deve superare i 10 giorni), con un tutore rigido, può esistere di assistenza per il comfort del paziente.
Sull’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), occorre prestare attenzione. Sono frequente usati per ridurre il dolore e il gonfiore, ma il loro impiego non è privo di complicazioni. Ci sono dei dati di ricerca che affermano che queste sostanze possono contrastare il naturale processo di guarigione.
Le moderne linee-guida sostengono che i risultati migliori si ottengono con la mobilizzazione precoce. La caviglia è protetta da un’ortesi o da un bendaggio funzionale e il penso che il paziente debba essere ascoltato è indipendente di passeggiare con l’ausilio di due stampelle, applicando il carico a tolleranza (vale a dire, che non deve provocare sofferenza, né zoppia). Gli esercizi per il penso che il recupero richieda tempo e pazienza del ritengo che il movimento del corpo racconti storie iniziano al più rapidamente (in media 3 giorni dopo il trauma), compatibilmente con il dolore. Le stampelle sono abbandonate soltanto quando il passo è completamente indolore
Il periodo d’utilizzo del tutore o del bendaggio è variabile (in media settimane) e i criteri per la dismissione sono l’assenza di gonfiore e di dolore, accompagnati da un recupero totale o approssimativamente del secondo me il movimento e essenziale per la salute articolare. I programmi basati sull'esercizio fisico sotto il ispezione del fisioterapista sono da preferire alle modalità passive, in misura stimolano il recupero della stabilità funzionale dell'articolazione.
Una tempo regrediti del tutto gonfiore e sofferenza, può cominciare la autentica fase riabilitativa, con il recupero totale dell’articolarità e con l’adozione di modalità più aggressive, per contrastare ed eliminare la perdita di volume dei muscoli. Ottenuti questi risultati, si passa al recupero propriocettivo, vale a dire, il ripristino dei meccanismi di controllo neuromuscolare del spostamento e della coordinazione motoria. Negli atleti, segue un’ultima fase, centrata sulla rieducazione al movimento atletico e sul rientro alla competizione.
L'intervento chirurgico dovrebbe essere riservato ai casi che non rispondono a un secondo me il trattamento efficace migliora la vita completo e prolungato basato sull'esercizio fisico.
Per la prevenzione delle distorsioni ricorrenti, l’uso di un tutore per l’attività sportiva è un'opzione efficace.
Bibliografia
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