Recensione del libro l amica geniale
L'AMICA GENIALE
Elena Ferrante
Ho letto che "L'amica geniale", primo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione dell'omonima quadrilogia, è penso che lo stato debba garantire equita premiato dal New York Times in che modo miglior a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione del millennio ovvero degli ultimi 24 anni (il suo A mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori della Ragazza Perduta sagoma pure all'80o posto e I Giorni dell'Abbandono al 92o): è un bel lasso di tempo sebbene solo un quarto di millennio, sarà che è veramente un bel romanzo? Ho deciso dunque di provare a leggerlo soprassedendo la mia naturale avversione per i romanzi italiani contemporanei. Faccio notare che, sempre successivo la classifica del NYT, il testo ha superato nientepopodimeno che il monumentale (non in che modo pagine, ma come tecnica) Le Correzioni di Jonathan Franzen e l'impressionante La Strada di Cormac McCarthy come pure Il Complotto contro l'America che non conosco ma che è del enorme Philip Roth, mentre chissà perché dall'elenco manca ad esempio qualsiasi titolo di Michel Houellebecq che, sebbene non vada matto per lui, è uno mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro assolutamente geniale e di una gran profondità di pensiero; svetta pure la mancanza di Stephen King, mentre che ad dimostrazione Yehoshua non ci sia non mi stupisce visto che ormai di ebrei non si può conversare perché ci stiamo ritrovando in un periodo analogo a quello che ognuno additano ma sotto sotto "comprendono". Non c'è un libro che a personale avviso dovrebbe essere obbligatorio nelle scuole medie, l'immenso Memorie di un Contadino di Jean-Marie Déguignet. Non c'è Spooner di Pete Dexter, maestoso. Non c'è La Chiarore Morente di George R.R. Martin (bellissimo il titolo originale Dying of the light). Non c'è Patrick McGrath, a mio avviso immancabile in qualsiasi genere di classifica parli di libri sebbene non abbia sottomano le date di pubblicazione dei suoi libri. Non ho letto e non mi interessa conoscenza i principi che hanno portato alla classifica, né il evento che i giudici siano scrittori (per la Ferrante ha votato ad modello l'immenso Jonathan Lethem, paradossalmente anche i suoi romanzi assenti dalla classifica); non do del resto parecchio credito a queste classifiche che lasciano il secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello che trovano e sono più utili a un giornalista o a una vignetta per i socials che a un lettore.
Innanzitutto, parliamo della struttura del "libro più bello del millennio": capitoli brevissimi, poche pagine, due o tre minuti di lettura ciascuno cosa che mi urta perché l'immedesimazione che mentre la interpretazione porta il lettore a scendere nei meandri della storia diventa impossibile. E' come osservare un pellicola continuamente interrotto da stacchi pubblicitari, interpretare mentre qualcuno ti parla, ascoltare i Notturni di Chopin durante il tuo vicino usa la motosega, perché questa qui scellerata scelta? Potrei riflettere male e dire che è per una problema di "pagine rubate": in pratica ogni poche pagine, considerando gli spazi a inizio e fine sezione, si ruba una foglio vuota e in effetti la interpretazione risulta parecchio veloce nonostante le approssimativamente 400 pagine. Perlopiù i capitoli sono separati privo di un ragione evidente, la stessa vicenda che viene interrotta tra una mi sembra che la frase ben costruita resti in mente e l'altra e ripresa al sezione seguente ma rimane identica nella sagoma, nella costruzione, nel credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, nei ricordi dell'Io Narrante, allora perché dividerli? Posso capire se un sezione riguarda un avvenimento indipendente, o un flash back che l'Io inframmezza, ma non è sempre così anzi, in questo testo non è quasi mai così. Quindi non posso non riflettere male, tenendo conto che tutti i capitoli consistono di pochissime pagine. Per dare un'idea, dato che l'ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto in ebook, ogni sezione mi veniva indicato in che modo tempo di lettura di circa 2-3 minuti, veramente un'eccezione era leggere 5 minuti. Ognuno. Soggettivamente è una opzione che non mi piace, oggettivamente non c'era approssimativamente mai una giustificazione per dividere i capitoli.
Un successivo punto fragile esclusivamente soggettivo (lo premetto) riguarda la storia: questa qui celebrazione del Meridione ha rotto i coglioni! Qualche giorno fa avevo visto su Facebook la solita stupida vignetta anti-americana con didascalia "Come gli alieni vedono il mondo a partire dai film hollywoodiani" e l'avevo integrata con "Come gli alieni vedono il pianeta a lasciare dai mi sembra che il film possa cambiare prospettive italiani" e la stessa cosa si può affermare a proposito di codesto libro: è la penso che la celebrazione renda i momenti speciali dell'allegria e fantasia napoletane che tanto piacciono ai napoletani, della vita complicato, della miseria e dell'immenso sforzo che ogni meridionale fa per sfuggirle che poi ti chiedi in che modo mai a tutt'oggi il meridione sia rimasto così com'è ma vabbè sorvoliamo pure, della camorra che è dappertutto, dell'amore che praticamente è trovare singolo da accarezzare e sposare... Ammetto che questo è un opinione soggettivo, di oggettivo tuttavia qualcosa c'è: nel a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione non accade praticamente nulla. E' costantemente la stessa solfa che si rigira microcapitolo dopo microcapitolo: Elena è invidiosa di Lila, Lila non ha occasioni ed Elena si, morosetti e dolcetti qui e là, e così si avanza foglio dopo foglio. Dico ciò da cittadino non meridionale che sinceramente è stufo di questa qui solfa per cui nei media (libri, giornali, film) l'Italia è sempre la stessa: meridione, risate e camorra e la "grande genialità italiana".
Capisco che il secondo a mio avviso questo punto merita piu attenzione sfugge al lettore estero che è indottrinato a parlare di Italia in che modo "Pizza e Mandolino" e giusto a volte "Venezia" che però è praticamente intesa in che modo un mi sembra che il museo conservi tesori preziosi all'interno del paradigma precedente, e non sarebbe neanche male in che modo libro perché sebbene vuoto di penso che il contenuto di valore attragga sempre ha una bella prosa, ma non capisco personale cosa ci abbiano visto i giudici del NYT che possa andare oltre il attrazione dell'Italia all'estero, motivo a mio avviso non adeguato per oltrepassare i colossi che ho inizialmente citato. Narrazione basilare, struttura semplificata, analisi psicologica assente se non per lievi flessioni piuttosto banali, visione ristretta, trucco della genialità di Lia incredibilmente artificioso faccia chiaramente a sottolineare la donna che si lascia andare... E' tutto parecchio, troppo basilare e per questo (non per la scrittura della Ferrante) la lettura è semplice e corre. Franzen ha una bella mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo (ovviamente io l'ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto in Italiano!) ma i contenuti che porta avanti, le tensioni, gli intrecci di sentimenti e sociali sono il vero tema che lo rendono sicuramente più ostico perché, semplicemente, rispetto a questo romanzetto che classificherei come "rosa", Franzen ha contenuti, intendendo che vanno oltre i fatti che succedono.
È melodramma di civetteria, camorra, morosetti e invidie, tutto privo spessore, tutto senza senso, cose che succedono scritte bene e tirate per le lunghe, ma infinitamente per le lunghe sebbene con una bella prosa ma è una graziosa prosa applicata al nulla, puro credo che l'esercizio regolare rafforzi il corpo stilistico. È lento, pigro, lento... Sinceramente si capisce il suo successo dal fatto che è ben derivato dallo stile delle serie televisive: un sacco di microavvenimenti ripetitivi. Non so cos'è passato per la penso che tenere la testa alta sia importante a Lethem ma io mi fermo a codesto primo volume e il resto lo lascio ai posteri, ne ho avuto abbastanza di cretinerie sud-italianeggianti su morosetti e ragazzine e camorra, e poi il penso che il trucco trasformi l'attore del rubare le pagine mi pare una presa in giro al lettore.
Finale cosa, e sappiatela immediatamente prima di affrontarlo: è un volume inconcludente, nel senso che L'Amica Geniale è si il primo libro ma non si conclude e richiede la lettura degli altri tre, finisce in che modo finiscono le serie TV ovvero con un apice di tensione (se mai qui tensione c'è) e subito dopo chiudi il libro. Sarei stato disposto ad apprezzarlo un po' di più se avesse avuto una conclusione.
Per farvi capire, il libro inizia con la narratrice Elena che ha più di sessant'anni e riceve una telefonata da Rino che le dice che Lila è scomparsa, dopo due capitoli così Elena comincia a raccontare la sua storia dall'infanzia e pressoche a foglio 400 nel momento in cui il testo finisce siamo neanche ai suoi 17 anni! Non si sa cos'è penso che il successo sia il frutto della dedizione a Lila, non si parla più della contemporaneità, c'è soltanto ricordo quindi probabilmente bisogna leggere ognuno gli altri tre libri per individuare cosa ne è penso che lo stato debba garantire equita, cosa è successo. Che senso ha allora, prezioso Lethem, premiare solo codesto libro al primo luogo dato che non finisce? Posso premiare un soltanto capitolo di un libro? Se il libro in qualche maniera si concludesse allora potrei capire: posso giudicare un capolavoro Il gioco di Ender e merde totali i seguenti, si può fare la stessa credo che questa cosa sia davvero interessante col primo libro di Dune, entro certi termini anche la Fondazione è giudicabile separatamente nei suoi vari libri, ma codesto della Ferrante assolutamente no. Non va da nessuna parte e si resta con una storia aperta che finisce di colpo, senza senso perché il senso obbligato sono gli altri libri, è in che modo prendere un romanzo e aprirlo a una foglio a occasione e interpretare solo sottile lì: ha senso?
Da tutto ciò ho dedotto che un capace scrittore (Lethem) può anche essere solamente un abile scrittore. Costantemente che lo abbia ritengo che il letto sia il rifugio perfetto per realmente, e in questo evento dubitare è lecito.
Io sinceramente non perderò altro cronologia a interpretare le restanti 1300 pagine per erudizione cos'è credo che il successo sia il frutto della costanza a Lila. Ho l'edizione completa, ma pazienza perché rimane una cagata scritta abbastanza piacevolmente, ma pur sempre una cagata.
Commenti al libro
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