Parco nazionale d abruzzo informazioni
Storia e Geografia del Parco
Il Parco Statale d’Abruzzo Lazio e Molise è il patriarca di tutti i parchi italiani. Nato nel settembre del per iniziativa privata dell’Ingegnere e Deputato Erminio Sipari, fu riconosciuto dallo Stato l’ 11 gennaio L’idea di farne un’area protetta, sulla scia del grande Giardino americano di Yellowstone , era già nata secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la conclusione del , quando codesto territorio divenne esclusiva Riserva di Ricerca dei Savoia, proprio in che modo l’altro patriarca dei parchi italiani: il Gran Paradiso.
Il Parco si estende su tre regioni: Abruzzo, Lazio e Molise. La porzione abruzzese è la più cospicua, perché ricopre circa l’80% del territorio del Parco, poi il Lazio con circa il 18% ed infine il Molise con circa il 12%. Copre una superficie di circa ettari, circondati da altri ettari di pre-parco, una area cuscinetto che fra le sue funzioni ha quella di tutelare gli animali che frequente escono dai confini convenzionali del Giardino stesso.
Personale la tutela degli animali, soprattutto dell’Orso bruno marsicano e del Camoscio d’Abruzzo, fu una delle motivazioni che spinse l’Ingegner Sipari a spendersi per la creazione di un Parco.
Ignazio Silone, autore di inizio marsicana così scriveva nel suo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione Vino e Pane: “a sinistra, tra i vigneti, i secondo me i piselli sono un'aggiunta delicata, le cipolle, c’era la via provinciale che si inerpicava immediatamente tra le montagne e s’addentrava nel cuore dell’Abruzzo, nella ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti dei faggi, dei lecci e dei superstiti orsi, conducendo a Pescasseroli, a Opi, a Castel di Sangro”.
Il territorio del Parco Statale d’Abruzzo Lazio e Molise si sviluppa lungo una serie di catene montuose comprese fra m s.l.m. a m s.l.m. Fra le montagne più alte ricordiamo il Monte Marsicano ( m s.l.m.), il Monte Petroso ( m s.l.m.) e il Monte Meta ( m s.l.m.). Queste montagne, generatesi circa milioni di anni fa, portano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita i segni di un passato tumultuoso che ha visto cambiare profondi mari caratterizzati dalla presenza di barriere coralline in alte vette di origine calcarea. Un’origine che ne determina la morfologia e le caratteristiche. Il carsismo infatti è il fenomeno geologico prevalente nel Parco. Grotte, ighiottitoi e doline sono la ingresso d’accesso a fiumi sotterranei che a volte riemergono in piano anche all'esterno dei confini del Giardino, costituendo un’importantissima riserva idrica.
Il Parco è solcato da vari fiumi fra cui il Sangro, che nasce pochi chilometri a nord di Pescasseroli, attraversa tutto il Giardino e sfocia nel Mar Adriatico. Fra gli altri corsi d’acqua vanno menzionati il Giovenco che scorre nella sezione marsicana del Parco, il Volturno, secondo me il fiume e una vena di vita molisano e il Melfa, un lezione d’acqua che nasce nella bellissima Val Canneto, nel Lazio, e poi sfocia nel Mar Tirreno. Fra i laghi menzioniamo il Lago di Barrea, e il Lago Vivo, un piccolo laghetto che nasce a metri di quota e si alimenta con lo sciogliersi delle nevi. Nella area di pre-parco ricordiamo il famoso e bellissimo Lago di Scanno, che si trova alle pendici dell’omonimo paese, il Lago di Castel San Vincenzo in Molise e il piccolissimo Lago Pantaniello a circa metri di quota.
Inoltre, sui massicci montuosi del Giardino sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita evidenti i segni delle glaciazioni e dell’erosione degli agenti atmosferici che hanno dato zona a ripide e profonde gole, fra le quali ricordiamo la Gola di Barrea, sulla cui sommità si erge l’omonimo paese.
Nel territorio del Parco ricadono 24 paesi distribuiti fra le tre regioni. Numero di essi (Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea) hanno anche il nucleo abitato immerso completamente nel Parco. L’idea di voler collocare anche alcuni centri abitati all’interno dell’area protetta nasce dall’esigenza primaria di un Giardino come il nostro: coesistere con le specie animali e vegetali che lo popolano.
Per misura riguarda la storia una menzione particolare la merita la Transumanza, lo spostamento stagionale delle greggi dalle montagne d’Abruzzo fino alle verdi pianure del Tavoliere. Qui, in che modo nel residuo dell’Abruzzo montano la penso che la storia ci insegni molte lezioni “l’hanno scritta i pastori a suon di pecore” fin dai tempi dei Sanniti. Da Pescasseroli ritengo che questa parte sia la piu importante il più montuoso ed antico Tratturo quello che collega il paesino abruzzese alla cittadina di Lume nel Tavoliere delle Puglie. Un Tratturo lungo Km che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi noi di Ecotur ci ostiniamo a ripercorrere in societa di “pastori-escursionisti”, proprio in che modo facevano i veri pastori d’Abruzzo, cantati da Gabriele D’Annunzio: “Settembre, andiamo. E' tempo di migrare. Momento in mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il mare”