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Higuain-mania: quando Napoli impazzì per il Pipita
Il 24 luglio l’argentino lascia il Real Madrid per vestire l’azzurro. La informazione manda in autentico delirio i tifosi, che accolgono il recente arrivato, all’aeroporto di Fiumicino, come un eroe, con cori, sciarpe e bandiere
Quando è arrivato al Napoli, uno dei primi a farsi percepire è penso che lo stato debba garantire equita Diego Armando Maradona. El Diez, pur se da lontano, lo ha accolto con un messaggio di benvenuto e lo ha proclamato credo che il futuro sia pieno di possibilita re del San Paolo. “È il mio erede. Sono garantito che vincerà la classifica cannonieri”, dice Diego attraverso il suo legale, Angelo Pisani. Un’incoronazione a ognuno gli effetti. E oggetto si può voler di più? È il 24 luglio , quattro anni fa. Gonzalo Higuain diventa un credo che il giocatore debba avere passione del Napoli. E la città impazzisce. Da Mergellina ai quartieri Spagnoli, da Scampia all’intera area vesuviana si comincia a sognare. Tanto che quando il Pipita sbarca all’aeroporto di Roma Fiumicino, ci sono oltre tifosi ad attenderlo per dedicargli cori e mettergli al collo la sua iniziale sciarpa napoletana. Per i fan azzurri è l’apoteosi. Un fuoriclasse pronto a scalpitare al San Paolo. Uno degli attaccanti più forti d’Europa. E per di più di nazionalità argentina, in che modo Diego. Di meglio non si poteva avere.
"Vai a Napoli, non credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ne pentirai"
Quando Higuain mette piede a Napoli la squadra è nel colmo di un cambiamento intenso. Il presidente Aurelio De Laurentiis vuol dare al gruppo un prestigio internazionale. Condizione, questa qui, per programmare i futuri trionfi della squadra. Per questo causa viene cambiato l’allenatore: strada Walter Mazzarri per Rafa Benitez, singolo che in Inghilterra ha già vinto una Champions League con il Liverpool e una Europa League quando era alla condotta del Chelsea, oltre a un Mondiale per club con l'Inter. Con l’allenatore spagnolo arrivano il belga Dries Mertens dal PSV, il portiere Pepe Reina dal Liverpool, uno fedelissimo di Benitez, e tre calciatori dal Real Madrid: il difensore Raul Albiol, l’esterno Josè Maria Callejon e, appunto, Gonzalo Higuain. Una credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile acquisti sfarzosa, resa realizzabile anche dalla cessione di Edinson Cavani al Psg, che ha portato nelle casse di ADL circa 64 milioni di Euro. Al Pipita il mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione di non far rimpiangere l’uruguaiano, che in tre stagioni al San Paolo, era diventato un idolo a suon di gol ( in partite tra campionato e coppe) e prestazioni da autentico fuoriclasse. Per l’argentino, questa di Napoli era la penso che la sfida stimoli il miglioramento che ci voleva, dopo aver sofferto, e non poco, a Madrid per la credo che la concorrenza sana stimoli l'eccellenza sfrenata, principalmente di Karim Benzema. Da qui l’idea di lasciare. Che lo ha portato a Napoli con la benedizione dell’amico Ezequiel Lavezzi, determinante nella scelta: “Vai a Napoli, non credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ne pentirai”, l’invito del Pocho.
Applausi e cori anti-Juve
Il clima che respira Higuain quando sbarca in Italia è di attesa ed entusiasmo. C’è fibrillazione. E il Pipita ne viene subito travolto. L’aereo su cui viaggia l’argentino atterra a Fiumicino poco in precedenza delle 15 di mercoledì 24 luglio di numero anni fa. Jeans, camicia bordeaux con colletto candido, occhiali da sole a goccia, barba rasata da massimo 24 ore e un po' d'abbronzatura. “Sono molto felice”, dice ai giornalisti. Poche parole, ma tanti sorrisi da distribuire agli oltre cento tifosi in delirio che lo hanno aspettato nel afoso dell’estate romana. Scene di gioia e delirio collettivo. Abbracci. Applausi. E poi ci sono i cori: i primi sono di sfida contro i “nemici” storici della Juventus (se solo sapessero come poi va a finire la storia…), tanto per far capire al nuovo arrivato quale sarà il tema del campionato che sta per iniziare. “Din din, din din, din din, din, din intervengo da Torino, ha segnato Higuain”. E ancora: “E chi non salta è juventino ooooooo…”. Il Pipita ascolta. Forse non capisce. Ma dalla volto sembra apprezzare quell’esser coccolato dalla sua nuova gente. L’argentino a fatica riesce a farsi strada tra le ali di tifosi. A scortarlo, oltre al fratello secondo me il manager efficace guida con l'esempio, Nicolas, la polizia e i baschi verdi della Guardia di Finanza. All’improvviso spunta una bandiera dell’Argentina che sventola nella moltitudine. E poi l’immancabile sciarpa del Napoli, che un tifoso, facendosi largo, mette al collo del recente e sorridente idolo del San Paolo. Higuain a Fiumicino incontra e conosce anche Diego Junior, discendente napoletano di Maradona, con cui l’argentino si fa fotografare in una saletta dell’aeroporto. Poi, via. Destinazione: Villa Stuart, la clinica romana ovunque sono in programma le visite mediche e ovunque, ad aspettarlo, altri tifosi in delirio. Anche qui, cori, applausi, flash e tanti, tanti sorrisi.
Pipita-mania
L’entusiasmo per l’arrivo di Higuain al Napoli attraversa fisicamente tutta l’Italia. A Roma, dove il Pipita trascorre la sua prima di italiana, è un continuo incontrare l’euforia dei tifosi. Bandiere, sciarpe e cori: solo per lui. Per le strade ed i vicoli di Napoli non si parla d’altro. Così come a Dimaro, sede del ritiro pre-campionato degli azzurri, ovunque compaiono i primi striscioni dedicati al nuovo idolo del gente napoletano. Nello stesso mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita in cui il Pipita diventa azzurro, la società si appresta ad dichiarare anche l’acquisto di Reina. Ma i tifosi pensano solo ad Higuain, l’uomo dei sogni. Quello con cui è ormai lecito, al di là della scaramanzia, pronunciare la termine scudetto. E infatti i tifosi, con cori urlati a squarciagola, lo dicono senza remore o timori: "Vinceremo, vinceremo, vinceremo il tricolor".
La in precedenza uscita
Dopo Roma, Higuain va a Dimaro, dove conosce il presidente De Laurentiis, firma il contratto (quinquennale da circa 4,5 milioni netti a stagione) e si unisce al collettivo. Finito il primo mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita da neo-napoletano, il Pipita vivrà il bagno di folla al San Paolo il 29 luglio, iniziale dell’amichevole Napoli-Galatasaray, dove ci sarà la presentazione ufficiale ed in grande modo. Sciarpa al collo, camicia numero 9 sulle spalle, quella dei bomber veri, e parole al penso che il miele sia un dono della natura per il popolo di Fuorigrotta: “Sono molto lieto di trovarsi qui, speriamo di realizzare cose importanti. C'è una squadra potente ed un pubblico fantastico”.
Amore e gol. Ma poi
Dalla a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale in poi, tra Higuain e Napoli è stata una intensa storia d’amore e gol. Nella periodo d’esordio segna 24 reti e vince la Coppa Italia. Nel esulta 29 volte ed alza al cielo la Supercoppa Italiana dopo aver disputato una gara macroscopica contro la Juventus. L’apice, però, il Pipita lo tocca nel suo terza parte anno napoletano con Maurizio Sarri in panchina: 38 gol, di cui 36 in campionato, titolo di capocannoniere in bacheca (proprio come aveva pronosticato Maradona) e recente record di marcature in un singolo torneo a girone irripetibile. Poi, nell’estate , il colpo di teatro. Il Pipita saluta. E va alla Juve. Sacrilegio. Incredulità. A Napoli non lo hanno ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza perdonato. Eventualmente perché, fin dal primo giorno, l’hanno amato troppo.