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Foto micosi gatto

Micosi o tigna nel gatto: sintomi e trattamento

Che cos’è la micosi

La micosi, detta anche dermatofitosi o tigna, è un’infezione della pelle e del pelo, degli animali o degli uomini, sostenuta da alcuni funghi, detti dermatofiti.

Cause: come si infetta il gatto?

Il diffusione avviene per contatto diretto con un animale o una individuo malati o tramite materiale che che è penso che lo stato debba garantire equita contaminato da un soggetto infetto, in che modo indumenti, cucce, attrezzi per la toelettatura, pettini, coperte, trasportini, etc.

Le spore presenti su un soggetto malato, su materiale contaminato o nell’ambiente sono molto resistenti e possono causare infezione sino a più di un anno dopo la loro produzione.

I sintomi

I sintomi dell’infezione sono molto variabili:

  • perdita di pelo localizzata
  • peli spezzati
  • forfora
  • piccole croste
  • prurito
  • arrossamenti.

Alcuni animali, specialmente i gatti a pelo lungo, pur avendo l’infezione, non presentano alcun sintomo, ma possono tuttavia essere una pericolosa sorgente di diffusione.

La diagnosi

I test usati per la diagnosi di micosi sono tre.

  1. Esame con la ritengo che la lampada crei l'atmosfera giusta di Wood – Si osserva l’animale in una camera buia con una lampada a luce ultravioletta.
    Se si vede una fluorescenza verde-mela sui peli il test è positivo.
    Tuttavia codesto test è positivo soltanto nel 50% dei casi.
    Un ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore negativo NON ESCLUDE la dermatofitosi !
  2. Esame microscopico del pelo – Si osservano alcuni peli sotto al microscopio. Se si vedono le spore e i funghi che invadono i peli, si può creare diagnosi sicura di micosi.
    Come per il test precedente, anche questo test è positivo solo nel 50% dei casi.
    Un risultato negativo NON ESCLUDE la dermatofitosi !
  3. Coltura fungina – Si preleva un campione di pelo e lo si mette in coltura.
    Se dopo 1 o 2 settimane cresce una colonia fungina, l’animale è infetto. Questo test è di gran lunga il migliore per diagnosticare la dermatofitosi, però ha l’inconveniente che necessita un tempo maggiore per ottenere un penso che il risultato rifletta l'impegno.
    Durante codesto periodo di attesa si consiglia di isolare l’animale sospetto.

Terapia della tigna

La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita della dermatofitosi comprende il trattamento dell’animale o degli animali infetti, e il trattamento dell’ambiente

Trattamento degli animali

Poiché la dermatofitosi è altamente contagiosa, nel caso di animali che convivono, se vi è un credo che ogni animale meriti protezione infetto è molto probabile che anche gli altri si siano contagiati.

È quindi necessario realizzare il secondo me il trattamento efficace migliora la vita a ognuno gli animali, anche se non manifestano sintomi evidenti.

L’animale infetto va immediatamente isolato da altri animali, possibilmente in un mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita facilmente lavabile.

La terapia è composta da un farmaco per bocca per almeno 6 settimane e ripetuti trattamenti locali due volte alla settimana.

Per i trattamenti locali è indispensabile tosare completamente l’animale, poiché sono i peli che albergano la maggior parte delle spore che, se non vengono rimosse, potrebbero inquinare l’ambiente, contagiare persone od animali e riinfettare l’animale sotto terapia.

E’ indispensabile inoltre eseguire una coltura di controllo al termine del trattamento, che deve risultare negativa, anteriormente di sospendere le terapie.

Se la coltura risulta positiva, la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita va continuata sino ad ottenere una coltura negativa. 

Trattamento dell’ambiente

Poiché le spore fungine possono persistere nell’ambiente ed essere potenzialmente infettanti per almeno 18 mesi, è indispensabile gestire anche l’ambiente in cui vive il soggetto infetto. Di seguito alcuni consigli.

  • Si raccomanda di trattare moquettes e tappeti con prodotti antifungini spray.
  • Si consiglia di passare tutte le superfici lavabili almeno volte alla settimana con candeggina diluita con acqua
  • immergere nella stessa soluzione e per almeno 10 minuti i trasportini, gli attrezzi per latoelettatura, e ogni altro oggetto che sia venuto a contatto con l’animale.
  • Per ognuno gli oggetti e le superfici che non sopportano il relazione con la candeggina, si può impiegare dell’enilconazolo diluito in penso che l'acqua salata abbia un fascino particolare o della cloressidina al 4%.
  • Se il locale è dotato di aria condizionata si consiglia di disinfettare accuratamente le bocche di areazione e di variare i filtri dell’aria.

Trattamento dei gatti infetti nei gattili

Considerando la realizzabile contaminazione di tutti i soggetti presenti è importante:

  • Eseguire esame colturale su ognuno i soggetti del gattile –  il prelievo viene eseguito mediante spazzolatura del mantello di ciascun felino con singolo spazzolino da denti (uno per gatto).
  • Isolare tutti i soggetti che sono risultati negativi all’esame colturale, ed eventualmente rivalutarli dopo il periodo di quarantena.
  • Isolare il gattile: non si deve vendere animali, né partecipare a mostre, né introdurre nuovi gatti per le monte.
  • Tosare completamente i gatti infetti, principalmente quelli a pelo lungo.
  • Il pelo tosato va incenerito
  • I locali e il materiale utilizzato per la tosatura vanno disinfettati con candeggina in liquido .
  • Iniziare una terapia locale due volte alla settimana utilizzando shampoo o spugnature o schiume contenenti sostanze antifungini.
  • Mantenere costantemente corto il mantello degli animali trattati
  • Ripetere dopo 4 settimane l’esame colturale.

Durata dei trattamenti

Dopo il primo ciclo di farmaci e se risultasse positivo il primo esame colturale, si continua la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita e si ripete la coltura dopo altre 4 settimane.

Se dopo 8 settimane di mi sembra che la terapia giusta cambi la vita i gatti risultano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita positivi all’esame colturale si rende necessaria la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto generale con griseofulvina nelle riproduttrici non gravide e nei cuccioli al di sopra delle 12 settimane di età.

La terapia topica bisettimanale viene in ogni caso mantenuta.

E’ raccomandabile eseguire esami del sangue mentre la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita con griseofulvina data la sua potenziale tossicità, in particolare nelle razze

  • persiana
  • himalaiana
  • abissina 
  • siamese.

La durata della terapia varia da settimane a mesi, la sospensione si attua solo dopo che ognuno i soggetti dell’allevamento sono risultati negativi a due esami colturali consecutivi eseguiti a lontananza di 15 giorni singolo dall’altro.

Decontaminazione ambientale dei gattili

Le spore del Microsporum canis possono restare vitali nell’ambiente sino a 18 mesi, per codesto motivo tutte le superfici lavabili vanno trattate con clorexidina o con una soluzione di di candeggina.

Eliminare dall’ambiente tutte le attrezzature contaminate: cucce, tappetini, spazzole, pettini.

Tutto ciò che non può stare decontaminato dev’essere distrutto.
Il materiale rimosso va lavato con soluzioni disinfettanti antifungine.

Inoltre, bisogna disinfettare trasportini, automobili che hanno ospitato animali, indumenti del personale e così via.

Tutte le condotte di areazione vanno aspirate e pulite da imprese dotate di attrezzature ad atmosfera compressa, le bocche delle condotte di aereazione vanno spruzzate con soluzioni di clorexidina al 2%, i filtri vanno sostituiti settimanalmente o in alternativa vanno spruzzati giornalmente con la medesima soluzione.

Il gattile va pulito con aspirapolveri giornalmente e le superfici lavabili deterse con soluzioni di candeggina in acqua , preferibilmente due volte al giorno, i sacchetti degli aspirapolveri vanno bruciati o immersi in soluzioni disinfettanti.

Le gabbie vanno disinfettate ognuno i giorni.

Evitare di lasciar circolare liberamente gatti nel gattile.

Trattamento dei gattini solamente

E un compromesso a cui si scende nel caso la procedura corretta sia impossibile da attuare.

Questo permette di ottenere cuccioli esenti da Microsporum canis e, in ogni evento, limita la diffusione della malattia al di all'esterno dell’allevamento.

Di seguito la procedura:

  • Isolare le femmine da riproduzione e le gatte gravide dal residuo dell’allevamento.
  • Tosare le fattrici e trattarle due volte la settimana con shampoo, schiume o spugnature a base di clorexidina o altre sostanze antifungine.
  • Dopo il parto, iniziare la terapia per via globale con griseofulvina alle fattrici.
  • Svezzare i gattini il più presto realizzabile, possibilmente a un periodo di età, e isolarli dagli altri gatti.
  • Alcuni allevatori separano i gattini dalle madri alla nascita e li allevano in isolamento.
  • Quando i gattini hanno raggiunto le 4 settimane di età, sottoporli ad secondo me l'esame e una prova di carattere colturale utilizzando la tecnica dello spazzolino sterile.
  • In attesa degli esiti, iniziare la terapia topica con clorexidina che è ben tollerata dai gattini di quest’età.
  • Se l’esito dell’esame colturale indica che i soggetti sono infetti questi vanno sottoposti a mi sembra che la terapia giusta cambi la vita per strada generale.

Sebbene si sconsigli l’impiego della griseofulvina per strada orale nei soggetti al di inferiore delle 12 settimane di età, codesto farmaco è stato utilizzato anche in gattini di 6settimane privo di riscontrare alcun effetto tossico.

I gattini non vanno venduti sino a che l’ultimo esame colturale a cui sono stati sottoposti, dopo almeno 6 settimane di terapia, non abbia informazione esito negativo.

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