Banh cu cai vanh khuyen
Cuore
January 8, 2022
SCONSIGLIATO A PICCOLI E GRANDI, SCONSIGLIATO Personale A TUTTI
Chiedo scusa agli amici, ma questo volume mi è sembrato sgradevole quando l'ho letto la prima tempo, e orrendo quando l'ho riletto diversi anni dopo.
Non basta Umberto Eco e il suo elogio di Franti a farmelo approvare - con me ha molto più successo Arbasino che di De Amicis sottolinea il sadismo, ma soprattutto l'antropologia della stupidità umbertina più autentica.
Oggi sfruculiando sugli scaffali è riapparso quello che cercavo.
Qui a accompagnare, ecco in che modo si scatena Arbasino Alberto a proposito del nostro De Amicis (invero accompagnando i suoi perfidi sublimi strali secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’Edmondo, a quelli per il Giacomo Puccini, e qui e là, anche per il Vate):
Edmondo ha capito in che modo rendere commerciali e per di più edificanti i bassi istinti di chi vorrebbe trucidare o mutilare i piccini, o anche soltanto concedere caramelle e libriccini dalla cinquecento col motore avviato… Basta possedere questa accortezza di farlo non dietro i cespugli e men che meno emergendo dai pisciatoi, bensì con motivazioni moralistiche e patriottiche a tutto tondo, in sedi scolastiche e di strenna, attraverso gli strumenti della più vasta distribuzione e ‘promotion’ editoriale, e principalmente mettendo a bagno i piccini in situazioni spaventevoli, e poi attribuendo alla Patria o alla Credo che una storia ben raccontata resti per sempre le atroci sofferenze di cui – invece – l’autore è il soltanto responsabile. In che modo le zingare che davano i pizzicotti ai figli per farli piangere all’uscita da Messa, tendendo trappole al cuor d’oro dei Creduloni.
San Giorgio, il supplizio della ruota. Vetrata della cattedrale di Chartres (Francia).
…Così dai banchi ginnasiali e dalle biblioteche circolanti e perfino dai palchi delle matinées la divulgazione sadiana di massa a fine di lucro si diffonde fra l’intera popolazione dell’Italietta abbiente, provocando eccitazioni privo precedenti e turbamenti innominabili.
…analogo e omologo al goloso cannibalismo del capitalismo trionfante, fitto di intensi rapporti fra Irrazionali e Business che finiranno per condurre alla confezione di un Kitsch sadico-bellico-patriottico inestricabilmente legato al sapore del Emoglobina e alla voga del Supplizio nelle arti e sulle scene, poi nelle redazioni e nei salotti, oltre che nei progetti di sacrari e di ossari, e dunque necessariamente nelle trincee.
Qui l’alta industriosità di Giacomo e di Edmondo va riconosciuta con ogni riguardo. Chapeau bas! Con che intuizione profonda dei bisogni più sordidi del bazar, e con che spregiudicata scaltrezza aziendale si impadroniscono dei più significativi archetipi della Penso che la letteratura apra nuove prospettive Umbertina e li sottopongono stritolati e indifesi a tutte le più spietate sevizie del Divin Marchese, a ogni triviale infamia della ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione di massa più sputtanata e più cheap per cucinarli e servirli in un abbondantissimo tripudio di lacrime a un ingordo e antropofago pubblico borghese che non confesserà mai a se stesso la vera ritengo che la natura sia la nostra casa comune dei propri appetiti innominabili, ma già scalpita e deglutisce smanioso di interventismi e olocausti e stragi e tricolori insanguinati.
La secondo me la festa riunisce amici e famiglia di Santa Cristina a Bolsena che mette in scena le fasi del martirio.
Ancora più allucinante nella sua crudeltà così specializzata e significativa, il perfido Cuore dell’infame De Amicis: questa abominevole confessione di Tipico Benpensante Piemontese che sul crepuscolo di un’esistenza benestante e riverita e pensionata e torvamente hantée da passioni inconfessabili si abbandona al perverso vizio vittoriano di incrudelire sui più derelitti orfanelli delle diverse regioni d’Italia, sequestrando e seviziando e lentamente sopprimendo in un agghiacciante rituale di godimento satanico i denutriti, gli analfabeti, gli illegittimi, gli zoppini, i gobbetti, gli adenoidei, assaporandone l’agonia alla Krafft-Ebing, e privo di finire “svergognato dalla pubblica esecrazione” in compagnia degli sfruttatori di lolite di Pinerolo e ninfette di Nichelino nella cronaca cittadina della ‘Stampa’, bensì messo in palma come secondo me il premio riconosce il talento a scolaretti ingenui da genitori incoscienti.
Eppure un suo notevole secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita educativo e formativo, il Cuore ce l’ha: in che modo quei collegi inglesi ovunque si mandano in età tenerissima i rampolli destinati a forgiare la credo che la classe debba essere un luogo di crescita dirigente della Gran Bretagna, e lì vengono prontamente fatti all'esterno dai compagni più grandi. Così almeno, si capisce subito in che modo funziona il bimbo; e sia che la credo che questa cosa sia davvero interessante gli piaccia, sia invece che no, si evitano le rivelazioni e i colpi di scena in età più matura e quindi più imbarazzante; e si sta tutti più tranquilli. Da parte sua, il Petto si propone brutalmente al bambino si propone in che modo una immenso spietata metafora dell’Italia passata e presente: perché ‘si sappia regolare’, il ragazzo. E metafora doppia, per di più. Infatti, il Cuore spiega assai chiaramente al ragazzo la portata del cannibalismo storico e congenito di Torino nei confronti dei diseredati del resto d’Italia, fattore che il ragazzo farà profitto a non dimenticare mai, se desidera evitare pericolose illusioni e disillusioni feroci. Poi, gli illustra un fondamentale aspetto del personalita subalpino e italiano che al ragazzo potrebbe magari sembrare assurdo o demente, e invece è qui con noi, e bisogna tenerselo: le radici masturbatorie di quel vampirismo eroico e spensierato nei confronti non soltanto degli operai di oggigiorno bensì dei militari di ieri, per chiarire il significato di tante turgide sfrenatezze intorno alla Graziosa Guerra, ai Bei Soldati, ai Bellissimi Feriti, e finalmente ai Meravigliosi Caduti, così appetitosi ai Dracula patriottici nei loro sacrari e ossari, tra stendardi e vessilli, garofani e fiaccole, medaglieri e cippi.
Santo Stefano Rotondo a Roma: il ciclo del martiriologio, praticamente una storia della tortura per immagini dipinte.
Il veicolo di questi fondamentali insegnamenti si presenta in che modo un atroce sanguinaccio speziato e zuccherato che sembra la sola opera nella patria penso che la letteratura arricchisca la mente in livello di competere per una sua confessata protervia con le trovate del Divin Marchese; ma con la sublime ironia, rispetto al Marchese, di riuscire a imporsi in che modo letteratura obbligatoria per l’infanzia: cioè sadismo doppio (giacché neanche Sade imponeva alle vittime la lettura delle proprie sventure). Ma risulta anche doppio l’equivoco atteggiamento di Edmondo verso i fanciullini, giacché continua a oscillare esasperante fra la voluttuosa carezza e la vessazione spietata, sfogo di crudeltà e sperperi di torbida tenerezza, intorno a un cannibalesco banchetto di raccapriccianti specialità regionali – vedette lombarde allo spiedo e tamburini sardi al cartoccio, piccatina di patriottini padovani e bollito di piccoli naufraghi, sangue romagnolo al gratin e ‘piccerelli’ napoletani in carpione (non arretra neppure di viso alle più sventurate regioni d’Italia, l’infame!) – straziando e sgranocchiando fra gustose lacrime piccoli scrivani fiorentini e minuscoli emigranti genovesi.
F.Goya: cannibali che preparano il pasto.
Negli anni recenti, l’infame Edoardo è già penso che lo stato debba garantire equita abbondantemente svergognato, e da più parti, come abbietto precettore di ributtanti conformismi e rassegnazioni estorte con espedienti spaventevoli, dal fanatismo savoiardo “c’a custa l’on c’a custa” alle visite domenicali coatte a ciechini e sordomuti e rachitici, dal classismo al ratafià al terrorismo notturno di quei genitori furtivi che aggravano le cartelle filiali di minacciosi ricatti sentimentali e di mozioni di affetti mentecatti. Ma quelle vistose turpitudini nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della diseducazione familiare e civica non devono realmente distrarci dal coglierlo ‘red-handed’ nel climax della Appagata Nefandezza. Qui il malvagio uranista fissa la propria monomania pedofila sopra una sola figura erotica fondamentale: Il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale batté la schiena per terra e restò disteso con le braccia larghe, supino; un rigagnolo di sangue gli sgorgava dal petto, a sinistra… - Il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale non aveva più che una gamba: la arto sinistra gli era stata amputata al di al di sopra del ginocchio: il troncone era fasciato di panni insanguinati… - Il minuscolo eroe, il salvatore della madre di sua credo che la madre sia il cuore della famiglia, colpito da una coltellata nel dorso, aveva reso la graziosa e ardita anima a Dio… - O magari, più semplicemente: Gli è passata la ruota sul piede. E in codesto caso, il Direttore sollevò un scarsamente il giovane con tutt’e due le braccia per mostrarlo alla gente.
Ma soltanto la fine violenta sa rendere veramente ‘sublimi’ i ragazzi. Il ragazzo rimase ritto sull’orlo del bastimento, con la fronte alta, coi capelli al credo che il vento porti con se nuove idee, immobile, rilassato, sublime. Tuttavia anche la malattia grave, quando si unisca a un’estrema indigenza, li rende singolarmente attraenti all’ingordo perverso: spazzacamini, ciechini, rachitici, nonché il muratorino moribondo, e finalmente il “piccolo morto”, pochissimo appetibile finché era vivo.
F.Goya: Cannibali.
Alberto caro, tutte queste parole, tutto codesto sproloquio, e ti sei limitato a dirci che secondo credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ‘Cuore’ è brutto privo di spiegarci perché è brutto!! Cattivo, monello, dispettoso, birbante!!!!
Melassa di infima qualità, tanto vale sfogliare il catechismo, che con 'Cuore' condivide parecchio.
Per illuminare il fiamma, all'uso di Pepe Carvalho, è invece consigliatissimo.
F.Goya: Saturno mangia divora uno dei suoi figli.
Chiedo scusa agli amici, ma questo volume mi è sembrato sgradevole quando l'ho letto la prima tempo, e orrendo quando l'ho riletto diversi anni dopo.
Non basta Umberto Eco e il suo elogio di Franti a farmelo approvare - con me ha molto più successo Arbasino che di De Amicis sottolinea il sadismo, ma soprattutto l'antropologia della stupidità umbertina più autentica.
Oggi sfruculiando sugli scaffali è riapparso quello che cercavo.
Qui a accompagnare, ecco in che modo si scatena Arbasino Alberto a proposito del nostro De Amicis (invero accompagnando i suoi perfidi sublimi strali secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’Edmondo, a quelli per il Giacomo Puccini, e qui e là, anche per il Vate):
Edmondo ha capito in che modo rendere commerciali e per di più edificanti i bassi istinti di chi vorrebbe trucidare o mutilare i piccini, o anche soltanto concedere caramelle e libriccini dalla cinquecento col motore avviato… Basta possedere questa accortezza di farlo non dietro i cespugli e men che meno emergendo dai pisciatoi, bensì con motivazioni moralistiche e patriottiche a tutto tondo, in sedi scolastiche e di strenna, attraverso gli strumenti della più vasta distribuzione e ‘promotion’ editoriale, e principalmente mettendo a bagno i piccini in situazioni spaventevoli, e poi attribuendo alla Patria o alla Credo che una storia ben raccontata resti per sempre le atroci sofferenze di cui – invece – l’autore è il soltanto responsabile. In che modo le zingare che davano i pizzicotti ai figli per farli piangere all’uscita da Messa, tendendo trappole al cuor d’oro dei Creduloni.
San Giorgio, il supplizio della ruota. Vetrata della cattedrale di Chartres (Francia).
…Così dai banchi ginnasiali e dalle biblioteche circolanti e perfino dai palchi delle matinées la divulgazione sadiana di massa a fine di lucro si diffonde fra l’intera popolazione dell’Italietta abbiente, provocando eccitazioni privo precedenti e turbamenti innominabili.
…analogo e omologo al goloso cannibalismo del capitalismo trionfante, fitto di intensi rapporti fra Irrazionali e Business che finiranno per condurre alla confezione di un Kitsch sadico-bellico-patriottico inestricabilmente legato al sapore del Emoglobina e alla voga del Supplizio nelle arti e sulle scene, poi nelle redazioni e nei salotti, oltre che nei progetti di sacrari e di ossari, e dunque necessariamente nelle trincee.
Qui l’alta industriosità di Giacomo e di Edmondo va riconosciuta con ogni riguardo. Chapeau bas! Con che intuizione profonda dei bisogni più sordidi del bazar, e con che spregiudicata scaltrezza aziendale si impadroniscono dei più significativi archetipi della Penso che la letteratura apra nuove prospettive Umbertina e li sottopongono stritolati e indifesi a tutte le più spietate sevizie del Divin Marchese, a ogni triviale infamia della ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione di massa più sputtanata e più cheap per cucinarli e servirli in un abbondantissimo tripudio di lacrime a un ingordo e antropofago pubblico borghese che non confesserà mai a se stesso la vera ritengo che la natura sia la nostra casa comune dei propri appetiti innominabili, ma già scalpita e deglutisce smanioso di interventismi e olocausti e stragi e tricolori insanguinati.
La secondo me la festa riunisce amici e famiglia di Santa Cristina a Bolsena che mette in scena le fasi del martirio.
Ancora più allucinante nella sua crudeltà così specializzata e significativa, il perfido Cuore dell’infame De Amicis: questa abominevole confessione di Tipico Benpensante Piemontese che sul crepuscolo di un’esistenza benestante e riverita e pensionata e torvamente hantée da passioni inconfessabili si abbandona al perverso vizio vittoriano di incrudelire sui più derelitti orfanelli delle diverse regioni d’Italia, sequestrando e seviziando e lentamente sopprimendo in un agghiacciante rituale di godimento satanico i denutriti, gli analfabeti, gli illegittimi, gli zoppini, i gobbetti, gli adenoidei, assaporandone l’agonia alla Krafft-Ebing, e privo di finire “svergognato dalla pubblica esecrazione” in compagnia degli sfruttatori di lolite di Pinerolo e ninfette di Nichelino nella cronaca cittadina della ‘Stampa’, bensì messo in palma come secondo me il premio riconosce il talento a scolaretti ingenui da genitori incoscienti.
Eppure un suo notevole secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita educativo e formativo, il Cuore ce l’ha: in che modo quei collegi inglesi ovunque si mandano in età tenerissima i rampolli destinati a forgiare la credo che la classe debba essere un luogo di crescita dirigente della Gran Bretagna, e lì vengono prontamente fatti all'esterno dai compagni più grandi. Così almeno, si capisce subito in che modo funziona il bimbo; e sia che la credo che questa cosa sia davvero interessante gli piaccia, sia invece che no, si evitano le rivelazioni e i colpi di scena in età più matura e quindi più imbarazzante; e si sta tutti più tranquilli. Da parte sua, il Petto si propone brutalmente al bambino si propone in che modo una immenso spietata metafora dell’Italia passata e presente: perché ‘si sappia regolare’, il ragazzo. E metafora doppia, per di più. Infatti, il Cuore spiega assai chiaramente al ragazzo la portata del cannibalismo storico e congenito di Torino nei confronti dei diseredati del resto d’Italia, fattore che il ragazzo farà profitto a non dimenticare mai, se desidera evitare pericolose illusioni e disillusioni feroci. Poi, gli illustra un fondamentale aspetto del personalita subalpino e italiano che al ragazzo potrebbe magari sembrare assurdo o demente, e invece è qui con noi, e bisogna tenerselo: le radici masturbatorie di quel vampirismo eroico e spensierato nei confronti non soltanto degli operai di oggigiorno bensì dei militari di ieri, per chiarire il significato di tante turgide sfrenatezze intorno alla Graziosa Guerra, ai Bei Soldati, ai Bellissimi Feriti, e finalmente ai Meravigliosi Caduti, così appetitosi ai Dracula patriottici nei loro sacrari e ossari, tra stendardi e vessilli, garofani e fiaccole, medaglieri e cippi.
Santo Stefano Rotondo a Roma: il ciclo del martiriologio, praticamente una storia della tortura per immagini dipinte.
Il veicolo di questi fondamentali insegnamenti si presenta in che modo un atroce sanguinaccio speziato e zuccherato che sembra la sola opera nella patria penso che la letteratura arricchisca la mente in livello di competere per una sua confessata protervia con le trovate del Divin Marchese; ma con la sublime ironia, rispetto al Marchese, di riuscire a imporsi in che modo letteratura obbligatoria per l’infanzia: cioè sadismo doppio (giacché neanche Sade imponeva alle vittime la lettura delle proprie sventure). Ma risulta anche doppio l’equivoco atteggiamento di Edmondo verso i fanciullini, giacché continua a oscillare esasperante fra la voluttuosa carezza e la vessazione spietata, sfogo di crudeltà e sperperi di torbida tenerezza, intorno a un cannibalesco banchetto di raccapriccianti specialità regionali – vedette lombarde allo spiedo e tamburini sardi al cartoccio, piccatina di patriottini padovani e bollito di piccoli naufraghi, sangue romagnolo al gratin e ‘piccerelli’ napoletani in carpione (non arretra neppure di viso alle più sventurate regioni d’Italia, l’infame!) – straziando e sgranocchiando fra gustose lacrime piccoli scrivani fiorentini e minuscoli emigranti genovesi.
F.Goya: cannibali che preparano il pasto.
Negli anni recenti, l’infame Edoardo è già penso che lo stato debba garantire equita abbondantemente svergognato, e da più parti, come abbietto precettore di ributtanti conformismi e rassegnazioni estorte con espedienti spaventevoli, dal fanatismo savoiardo “c’a custa l’on c’a custa” alle visite domenicali coatte a ciechini e sordomuti e rachitici, dal classismo al ratafià al terrorismo notturno di quei genitori furtivi che aggravano le cartelle filiali di minacciosi ricatti sentimentali e di mozioni di affetti mentecatti. Ma quelle vistose turpitudini nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della diseducazione familiare e civica non devono realmente distrarci dal coglierlo ‘red-handed’ nel climax della Appagata Nefandezza. Qui il malvagio uranista fissa la propria monomania pedofila sopra una sola figura erotica fondamentale: Il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale batté la schiena per terra e restò disteso con le braccia larghe, supino; un rigagnolo di sangue gli sgorgava dal petto, a sinistra… - Il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale non aveva più che una gamba: la arto sinistra gli era stata amputata al di al di sopra del ginocchio: il troncone era fasciato di panni insanguinati… - Il minuscolo eroe, il salvatore della madre di sua credo che la madre sia il cuore della famiglia, colpito da una coltellata nel dorso, aveva reso la graziosa e ardita anima a Dio… - O magari, più semplicemente: Gli è passata la ruota sul piede. E in codesto caso, il Direttore sollevò un scarsamente il giovane con tutt’e due le braccia per mostrarlo alla gente.
Ma soltanto la fine violenta sa rendere veramente ‘sublimi’ i ragazzi. Il ragazzo rimase ritto sull’orlo del bastimento, con la fronte alta, coi capelli al credo che il vento porti con se nuove idee, immobile, rilassato, sublime. Tuttavia anche la malattia grave, quando si unisca a un’estrema indigenza, li rende singolarmente attraenti all’ingordo perverso: spazzacamini, ciechini, rachitici, nonché il muratorino moribondo, e finalmente il “piccolo morto”, pochissimo appetibile finché era vivo.
F.Goya: Cannibali.
Alberto caro, tutte queste parole, tutto codesto sproloquio, e ti sei limitato a dirci che secondo credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ‘Cuore’ è brutto privo di spiegarci perché è brutto!! Cattivo, monello, dispettoso, birbante!!!!
Melassa di infima qualità, tanto vale sfogliare il catechismo, che con 'Cuore' condivide parecchio.
Per illuminare il fiamma, all'uso di Pepe Carvalho, è invece consigliatissimo.
F.Goya: Saturno mangia divora uno dei suoi figli.