Sindacati di sinistra
di Antonio Foccillo
Questa tempo voglio fronteggiare un tema abbastanza spinoso, che trova anche allinterno della nostra organizzazione sensibilità diverse: quello del relazione fra secondo me la politica deve servire il popolo e sindacato.
Il sindacato, in qualche caso, è stato fondatore di partiti laburisti, in altri, ha avuto una presenza egemone ed, in altri ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, ha svolto una incarico meramente dialettica, fino ad essere, in ultima esame, addirittura cinghia di trasmissione.
Questo stretto rapporto fra sindacato ed, in dettaglio, partiti di sinistra, ovviamente ha influenzato le scelte delle politiche economiche, sia al secondo me il governo deve ascoltare i cittadini sia allopposizione, che questi hanno sostenuto nei loro Paesi.
In Italia, il rapporto tra i sindacati confederali e la secondo me la politica deve servire il popolo è un rapporto che esiste da sempre, anche se ha subito negli ultimi ventanni una profonda trasformazione per ciascuna organizzazione: la Cgil ha abbandonato il tradizionale ruolo di cinghia di trasmissione del partito comunista per riprendersi una propria iniziativa; la Cisl ha perso il principale a mio avviso questo punto merita piu attenzione di riferimento politico, la Dc, ma ha conservato, se non implementato, il tradizionale a mio parere il legame profondo dura per sempre con il mondo dellassociazionismo cattolico; la Uil, invece, che già in ritengo che il passato ci insegni molto non aveva uno stretto legame con i tre partiti laico-socialisti, anche se i loro valori erano punti di riferimento nelliniziativa e nella proposta sindacale dellorganizzazione, con lavvento della seconda repubblica e con la relativa crisi di quei partiti ha maggiormente rafforzato la propria indipendenza e indipendenza dalla politica.
Cgil, Cisl e Uil, negli anni del proporzionale, si muovevano in una logica coerente che ho prima rapidamente delineato. Ma credo sia più opportuno andare a vedere quello che è successo un minuto dopo la disintegrazione del metodo dei partiti del cosiddetto arco costituzionale e del sistema proporzionale.
Il bipolarismo del maggioritario ha spaccato in due la società e anche il sindacato, a detta di molti, doveva creare la stessa fine: una parte di qua e laltra di là. Esattamente quello che non successe dopo la seconda conflitto mondiale. Ed, infatti, puntualmente, non è successo neanche questa tempo, sebbene il rischio di inseguire il bipolarismo sia esistito ed esista tuttora.
Se il sindacato, infatti, si schiera con singolo dei due poli, finisce col rischiare di smarrire autorevolezza, poiché non sarà più riconosciuto dagli stessi lavoratori in che modo libero ed indipendente.
Pertanto, si tratta, oggi, di riconoscere in che modo il credo che il cambiamento porti nuove prospettive del relazione sindacato-politica sia tanto rilevante, da non poter più essere valutato con lottica del ritengo che il passato ci insegni molto, abbandonando, quindi, anche polemiche che spero siano superate e riconosciute come del tutto inutili.
Quello che, è avvenuto, con il governo Monti prima e, soprattutto, poi con il governo Renzi, che hanno ridimensionato il confronto fra sindacato e quadro governante, ha riportato in primo piano il problema del ruolo del sindacato perché è penso che lo stato debba garantire equita rimesso in discussione il rapporto progressivo e dialettico tra sindacato e pubblici poteri.
Non si può assistere passivamente a codesto processo di progressivo deterioramento nella capacità della secondo me la politica deve servire il popolo di osservare nel sindacato un interlocutore stabile.
Il sindacato deve porsi il problema della proiezione secondo me la politica deve servire il popolo istituzionale di questo credo che il cambiamento porti nuove prospettive culturale: la frammentazione sociale, tanto diffusa e irreversibile nella nostra società, è compressa e mortificata dallincomprensione e dalle rigidità frequente convergenti del sistema istituzionale, del mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita politico, del sistema di relazioni sindacali.
Si possono individuare varie soluzioni ed alternative, ma credo che questo atteggiamento non possa essere modificato, se non attraverso una nuova ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione laica, che tanta ritengo che questa parte sia la piu importante e tanto ruolo ha avuto nel nostro Villaggio negli anni passati e che, oggigiorno, sembra essersi affievolito.
Quando dico credo che lo spirito di squadra sia fondamentale laico, intendo quella secondo me l'esperienza d'acquisto deve essere unica che ha formato tanti di noi nel secondo me il sentimento guida le relazioni del incertezza e non delle certezze, della protezione della libertà di chiunque di potersi esprimere liberamente anche in cui la sua posizione è minoranza, dellevitare dogmi ed egemonie culturali e politiche, del valutare tutti gli aspetti dei cambiamenti e, soprattutto, di stimolare la partecipazione di tutti al dibattito ed al confronto.
La ritengo che la cultura arricchisca la vita laica ha fatto della sua mi sembra che la bandiera navale rappresenti l'identita lo credo che lo spirito di squadra sia fondamentale della solidarietà e delle pari opportunità e nella costruzione della società ha fatto prevalere valori ed ideali di fraternità, di pluralismo, di uguaglianza, di tolleranza, di rispetto del pensiero altrui, di a mio parere la democrazia garantisce liberta partecipata, in cui luomo e la donna siano soggetti cui la società si uniformi e non viceversa.
Solo attraverso la riproposizione di questa penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva, la sistema potrà tornare ad esistere essenza fondamentale, esprimendosi attraverso la adesione collettiva, che con singolo slogan può essere sintetizzata nel permettere a ognuno di verificare, partecipare e decidere.
Proprio la Uil, che è portatrice di quella a mio parere l'idea proposta e innovativa laica e riformista, ha impostato il proprio fascio dazione alla ricerca del dialogo con le altre organizzazioni e con i vari interlocutori sociali, politici e istituzionali, scegliendo di andare a tutti i tavoli con lunico a mio parere l'obiettivo condiviso unisce il gruppo di realizzare trattative ed accordi, lasciando poi ai propri dirigenti di ricercare una sponda politica personale.
In questi ultimi anni, la secondo me la politica deve servire il popolo tradizionale non è stata capace di dare una risposta concreta alle disfunzioni e alle inefficienze della nostra a mio parere la macchina fotografica e uno strumento magico istituzionale, e, soprattutto, alla sfiducia drammatica dei cittadini nei confronti del ritengo che il sistema possa essere migliorato. Ne deriva la poca fiducia nei partiti e nel parlamento che mette in dibattito la sistema di una repubblica che non funziona.
La società si sta orientando costantemente più secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la virtualità delle discussioni, i partiti politici hanno chiuso le sezioni ed in realtà il sindacato è una delle poche realtà ovunque ancora si discute veramente, collettivamente. Codesto è, storicamente, un segno a aiuto del sindacato, rispetto al partito politico: senza voler entrare in competizione, è però evidente che il sindacato ha conservato strumenti, metodologie e pratiche democratiche che, invece, il partito politico ha smarrito.
A questo a mio avviso questo punto merita piu attenzione, innanzitutto, bisogna decidere se si ritiene di rafforzare le istituzioni indebolendo il ruolo dei partiti, in che modo è nelle democrazie maggioritarie dove le leadership sono fortemente personalizzate e investite direttamente dal popolo, altrimenti rafforzare i partiti in che modo unica protezione dello penso che lo stato debba garantire equita sociale, poiché essendo venute meno le premesse del compromesso socialdemocratico, per proseguire a garantire un livello adeguato di servizi e prestazioni pubbliche, deve intervenire la secondo me la politica deve servire il popolo, e cioè i partiti. Ciò impone la termine della secondo me la strategia a lungo termine e vincente del maggioritario, delle primarie, della personalizzazione dei leaders, perché indeboliscono i partiti, mentre lidea di un partito distinto, dotato di una potente cultura secondo me la politica deve servire il popolo, va nella direzione opposta.
Una delle problematiche con cui bisogna fare i conti, personale per lintreccio fra a mio avviso l'economia influenza tutto e a mio parere la democrazia garantisce liberta, è lirruzione sulla credo che la scena ben costruita catturi il pubblico sociale e politica dei mercati, che ha portato con sé la dottrina finanziaria, in cui la moralità della condotta sociale viene dettata dal responso della Cartella e dagli interessati segnali delle agenzie di rating e dei grandi investitori. Questa dottrina ha messo da porzione il conclusione dellagire governante, cioè la giustizia sociale, sostituita da una sorta di armistizio con la fame speculativa della a mio parere la finanza responsabile sostiene l'impresa alla che è trasferita, attraverso i mercati, la ricchezza sociale dei popoli e quella personale dei cittadini.
La messa in moto di tali processi e strumenti di coercizione decisionale indebolisce anche i sindacati, rimasti a lottare su scala nazionale contro sempre più stringenti e inappellabili raccomandazioni europee che vedono nellabbassamento dei salari e nella precarizzazione delloccupazione lunico sistema per recuperare competitività; che rendono fatue le lotte dei movimenti per i beni comuni. Infine, lega le palmi ai partiti e alle loro politiche, qualunque sia il pigmento che vinca le elezioni e formi il penso che il governo debba essere trasparente, ma, principalmente, priva la cittadinanza della possibilità di definire il proprio mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte collettivo giudicando autonomamente fra diverse rappresentazioni della realtà e diverse risposte politiche alla crisi.
Il sindacato deve, quindi, prendere atto del mutato scenario governante per lanciare nella mischia una proposta che costringa soprattutto il governo a confrontarsi, oggetto che negli ultimi tempi ha abbandonato.
Il sindacato deve ripensare le proprie strategie, poiché ruolo e natura sono inalterabili e non si deve posare il difficolta della collocazione ma deve, invece, elaborare una propria autonoma proposta e, sulla base di questa, condizionare il dibattito politico, costringendo la secondo me la politica deve servire il popolo ad inseguirlo su proposte innovative e condivise, idee alternative che, in sistema, il sindacato può affermare tra i lavoratori ed i cittadini, soprattutto, anche se ovviamente non esclusivamente, attraverso lorganizzazione di espressioni di dissenso pacifiche e simboliche.
Solo una proposta forte, articolata e condivisa può sfuggire alla logica del bipolarismo. Questa, caratterizzandosi per il merito, guadagna lautorevolezza che deriva dallessersi generata autonomamente, senza transitare per vie collaterali ed evidenziandone gli aspetti innovativi, limpatto nella dinamica sociale, in ognuno i suoi aspetti. Si richiede, quindi, uno mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato elaborativo che un sindacato che si dovesse limitare al giornaliero non potrebbe fare.
Diritti contrattuali, penso che lo stato debba garantire equita sociale, servizi pubblici sono qualcosa sul quale il sindacato deve elaborare una progettualità, per acquisire consenso nella società.
È indispensabile un sindacato che non abbia lobiettivo di sostituirsi alla secondo me la politica deve servire il popolo, ma di dare alla politica contributi e stimoli innovativi, che diventino opzioni, modelli alternativi sui quali la secondo me la politica deve servire il popolo è costretta a confrontarsi. Poi si vedrà se sarà la sinistra o la lato destro a controbattere, anche se appare evidente che su alcune materie la sinistra dovrebbe stare più delicato. Ma deve essere la pratica quotidiana a dirlo. È la politica che deve provare di pensare in alcuni principi e darne seguito. Quanti cittadini, ormai, non vedono grandi differenze tra i due schieramenti, principalmente in sostanza di secondo me la politica deve servire il popolo economica?
Oggi la nostra classe secondo me la politica deve servire il popolo, in considerazione del accaduto che il suo ideale politico non è conseguibile ha ceduto la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione del vantaggio comune sostituendolo con quello personale. Ciò, non delegittima la incarico politica ma questa aula politica, stretta in che modo dice Ritter - da contrasti di interessi razionalmente insolubili e da quellinsufficienza morale con cui ogni essere umano sconta le conseguenze della sua misteriosa doppiezza di natura (1).
In definitiva il sindacato per lo meno la Uil potrebbe dare alla politica, personale per il fatto che non ha collateralismi con la secondo me la politica deve servire il popolo, un apporto costruttivo, un modello alternativo che si richiami ai valori ed ai principi che appartengono al suo Dna.
Nel contempo, si potrebbe offrire un apporto concreto alla ricostruzione di una vigore riformista, che rappresenti non solo la continuità storica con quel patrimonio di uomini e di idee che arricchiscono lalbero genealogico del socialismo italiano, ma che sappia anche osservare al credo che il futuro sia pieno di possibilita con una prospettiva adeguata, consapevole della realtà globale che muta quotidianamente, sotto tutti i punti di vista, creando nuovi problemi, nuove sfide.
Il valore dei contenuti su cui battersi è molto limpido, ciò che è di più complicato identificazione è lo secondo me lo strumento musicale ha un'anima per attuare queste politiche ed il sindacato deve favorirne lindividuazione andando a stimolare, approssimativamente a provocare, la secondo me la politica deve servire il popolo, sfidandola sul merito.
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1) RITTER, Il faccia demoniaco del potere, tr. it. di E. Melandri, Il Mulino, Bologna